Alberto Bardi - dipinti 1964-84 - Discreto Continuo
Roma, Casino dei Principi di Villa Torlonia
DAL 14 DICEMBRE 2018 AL 5 MAGGIO 2019
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www.discretocontinuo.com
GABRIELE STELLA LEGGE ALBERTO BARDI
CECILIA PASI (Archivio Bardi), CLAUDIA TERENZI e TINA COSTA (clicca per ascoltare l'audio) |
CLAUDIA TERENZI |
VOCI E IMMAGINI
DA UN
POMERIGGIO
SPECIALE
MARCO CONSIGLIO |
TINA COSTA |
BIANCA BARDI, COL MARITO LINO PASI E GABRIELE STELLA |
FRANCO OTTAVIANO |
CORRADO MORGIA |
L'8 ottobre
1918 nasceva Alberto Bardi
Cento primavere per centomila colori
L’incontro alla Casa della Memoria e della
Storia, nel centenario della nascita
Lei ha 92 anni, lui ne avrebbe compiuti 100.
“È un dovere essere qui - dice Tina Costa,
staffetta partigiana - a parlare di Alberto e dell'umiltà che ha messo
in tutta la vita”.
Comincia così, alla Casa della Memoria e della Storia di Roma,
l’incontro dedicato a Alberto Bardi, pittore, partigiano e animatore culturale,
nel giorno del centenario della nascita dell’artista.
“Molti di noi, come
lui, non hanno mai fatto vanto di quello che erano stati”, ci tiene
a precisare Tina, che è stata anche grande amica di Luciana Bergamini, moglie
di Bardi, e parla di lui con forte emozione.
Emozione che resta alta quando il microfono passa a Gabriele
Stella, giovane attore che legge un’intervista rilasciata dal pittore nel 1967:
“La Resistenza ci ha fatto acquisire la coscienza di una rivolta che
continua sempre - dice l’ex
comandante partigiano ‘Falco’ - Credo
che lo spirito di rivolta un uomo se lo deve portare dietro tutta la
vita".
Gli interventi hanno tutti il tono di una stima incondizionata e
sincera nei confronti dell’artista, del partigiano, dell’intellettuale, e non
solo quelli di chi lo ha conosciuto. Il primo a parlare dopo Tina Costa è
Corrado Morgia: ricorda la ricchezza culturale del dibattito offerto alla Casa
della Cultura, che Alberto ha diretto per oltre vent’anni. Un luogo che è un
punto di riferimento senza eguali per intellettuali e non solo, in un periodo
molto caldo anche dal punto di vista politico: lo ribadiscono anche Luigi
Martini e Franco Ottaviano, che sottolineano ancora una volta il carattere
discreto di Bardi, artefice e organizzatore dei tanti incontri, ma mai in prima
fila. Poi Marco Consiglio, giovane storico dell’arte ‘fresco’ di una tesi di
laurea che ad oggi rappresenta la più aggiornata e rigorosa ricerca sulle tante
opere del pittore sparse in varie collezioni private. Ma è Claudia Terenzi,
storica dell’arte e cara amica di Alberto, a trovare anche in quest’occasione
parole impeccabili per raccontare il lavoro pittorico di Bardi: dal periodo
figurativo a quello quasi cubista, dalle figure già astratte degli anni ’70
fino alla ‘liberazione’ più estrema delle ultime opere del 1984, anno della sua
prematura scomparsa. Anche lei - che ha curato molte delle sue mostre -
riprende il tema dell’estrema riservatezza dell’artista, citando le parole di
Costantino Dardi: “Scompariva entro il grande portone di legno massiccio su
strada un sereno gentiluomo di città, un intellettuale misurato e raffinato, un
uomo dolce e discreto. Riappariva lassù, al quarto piano, un artista
irrequieto, un analista insoddisfatto ansioso di ricominciare un’altra volta la
sua lunga e appassionata ricerca sul colore, di ritentare, ancora una volta,
l’avventura della luce. Tra rigore e colore”.
L’appuntamento con le opere di Alberto Bardi è a dicembre
prossimo, per la grande mostra antologica a Villa Torlonia.